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Persona informata sui fatti?

| Enzo O. Verzeletti


Il giovane sfuggito nudo alla cattura durante l’arresto del “Galileo” potrebbe essere lo stesso avvistato all’alba di domenica da alcune donne.
La pista di ricerca conduce a nuovi interrogativi.
Sarà forse l’unico autentico testimone dell’intera vicenda?
.

Continuo con l’ipotesi di lettura che collega il giovane sfuggito alla cattura durante l’arresto di Gesù con quello che appare dentro il sepolcro ad annunciare alle donne la risurrezione.

Già…ecco dove potrebbe essere finito il giovane nudo, strano caso ormai senza lenzuolo, di cui parlavo la scorsa volta.
Lasciandomi condurre da questo pensiero, capisco dunque che non sarebbe scomparso.
Sarebbe semplicemente andato altrove: forse sceso dentro il sepolcro per vederlo più tardi spalancato dall’interno? Forse a vegliare dall’esterno, magari nascosto fra le piante, per non farsi scorgere dalle guardie? Avrà poi assistito da fuori all’umanamente incredibile evento della risurrezione del Cristo?
Ad ogni modo è veramente un giovane con una veste bianca che Marco ci presenta ai versetti 1-8 nel sedicesimo capitolo del suo vangelo.
È evidente che mi addentro in un campo che non ha a che fare né con la scienza, né con la teologia, né con la logica dualistica che suggerirebbe un uomo sia vivo o morto, sveglio o addormentato, giovane o vecchio, savio o stolto, anche se magari a diversi livelli. Si può essere infatti “mezzi morti”, oppure “mezzo addormentati” o di “mezza età”. In ogni caso si sente di rado dire che uno è “mezzo sveglio”.
Il giovane senz’altro doveva essere uno sveglio, anzi uno “tutto sveglio”.

Da qui nasce il nuovo interrogativo che… non mi fa dormire: solo perché cerco con insistenza di non dormire davanti al senso della Buona Novella.
Chi non dormiva, chi è stato testimone della preghiera di Gesù nel Getsemani?

Ho letto ripetutamente la storia della passione, più volte questa settimana e molte volte durante la mia esistenza, ma mai mi era occorso questo pensiero: che sia necessario resistere al sonno proprio quando le palpebre si fanno più pesanti, come successe ai tre apostoli poco prima dell’arresto mentre Gesù stava pregando. Loro non resistettero: si addormentarono. Per tre volte. Eppure qualcuno sveglio, nel Getsemani, mentre Gesù stava pregando, dov’esserci stato. Chi avrebbe potuto tramandare la profonda verità nascosta in queste parole: "Restate qui e vegliate […] lo spirito è pronto, ma la carne è debole […]"

Non è forse vero? Se ci allontaniamo per un solo momento dalla banale limitatezza che siamo soliti prosaicamente e sornionamente attribuire al senso della tentazione o della prova (come vi piace di più), non vedete come siamo più facilmente mezzo addormentati piuttosto che svegli e pronti a lasciar cadere il lenzuolo?
Ci addormentiamo facilmente e rimaniamo vittime di ciò che ci toglie la libertà: non è facile rimanere svegli, quando le palpebre diventano pesanti.

Mi piace immaginare che il sentiero di ricerca del giovane, presenza misteriosa nel vangelo di Marco, sia iniziato da quell’essere sveglio, anche se non visto da occhio umano e ignorato da tutti. La sua ricerca potrebbe essere iniziata lì nell’orto degli ulivi per approdare al festoso annuncio: Cristo è risorto e ci precede in Galileala Parola è viva nella nostra consueta quotidiana situazione.

Il giovane “tutto sveglio”, proprio perché non dorme, ascolta la preghiera di Gesù nel Getsemani, lo segue, sfugge alla cattura, si ritrova nudo, qualcosa vive che non sappiamo e alla fine, improvvisamente, con uno scarto inspiegabile e pauroso per chi lo vede senza conoscerlo, senza sapere la sua storia (proprio come le donne che si recano al sepolcro all'alba di domenica), si ritrova ad essere diversamente rivestito, seduto a destra di un posto vuoto occupato fino a poco prima dal corpo morto del Galileo, testimone di un evento a noi ignoto. Si ritrova soprattutto a dire alle prime persone che vengono a cercare il corpo di un morto: “Non abbiate paura […] non è qui […] dite ai suoi discepoli che li precede in Galilea […] là lo vedrete.”

In altri termini agisce in maniera non evidente, realizza una trasformazione inspiegabile, e alla fine parla per trasmettere un messaggio preciso.
Il giovane ha dovuto:
prima essere tutto sveglio al momento della preghiera nell’orto degli ulivi;
poi essere tutto sveglio per seguire un po’ di più il Galileo;
quindi tutto sveglio per lasciar cadere il lenzuolo;
in seguito tutto sveglio per essere  testimone del varco spalancato, libero dal macigno, nel momento della resurrezione;
Solo dopo, alla fine, comincerà a parlare, per testimoniare un evento e trasmettere un messaggio:

CRISTO È RISORTO E CI PRECEDE IN GALILEA.

Lo ascolto. Mi dico: e ora che faccio?
Ora sarà necessario partire, voglio dire, tornare alla mia attività quotidiana.
Ma come ci vado o come ci ritorno?

- Sopporterò la visione di un figlio dell’uomo nudo e crocifisso, dal quale sono state spazzate via tutte le illusioni che avevo su di lui?

- Ricomincerò ancora a tutto vestire e ricoprire con le mie certezze, le mie protezioni e proiezioni, le mie valutazioni?

- Chi sarò io il mattino di Pasqua? Il discepolo lontano dalla tomba, la donna in cerca del defunto o il giovane vestito di bianco?

- Quale Giuseppe d'Arimatea sarà pronto per comprarmi un altro lenzuolo e ricoprire per me lo scandalo del figlio dell’uomo crocifisso?

- Chi mi offrirà l’occasione di ritornare a chiudere il caso e metterci una pietra sopra?

Dovrò essere “tutto sveglio”,
aver perso il lenzuolo che mi proteggeva e imprigionava la mia esistenza,
essere stato testimone di qualcosa di molto particolare,
per essere pronto a recarmi in Galilea.

In caso contrario sarò ancora un discepolo fuggito, un Giuseppe che sta aspettando il Regno di Dio, uno pronto a chiudere una storia con lacrime ed aromi, un Giuda con il suo bacio, il proprietario della spada o la sua vittima: tutte figure frammentate della nostra umanità che dubita, si arrovella, geme, tradisce, ferisce, ammutolisce e si mette i tappi nelle orecchie pur di mettere a tacere l’ansia, le paure, la memoria dei fallimenti, i conflitti interiori.

E ora che faccio? Stasera che faccio?
Sto in casa o esco, comunque provo a stare sveglio.